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Madda 86, 21 anni
spritzina di Milano
CHE FACCIO? Non è da questo che si giudica una persona!
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STO LEGGENDO

Sempre a portata di mano:
Bibbia


"Madre di diecimila figli", Christel Martin


«Tutto ciò che è fatto con amore finisce sempre per trionfare. Un uomo che non ama ha mancato la propria vocazione di uomo»

"Una vita con Karol", don Stanislao

"Liberaci dal male", Alessandro Gnocchi

"Il venditore di armi", Hugh Laurie - umorismo british e azione per stomaci forti...

HO VISTO


Il mondo non morirà mai di fame
per la mancanza di meraviglie,
quanto per la mancanza di meraviglia.

G.K. Chesterton




Piangendo Francesco
disse un giorno a Gesù:
"Amo il sole, amo le stelle,
amo Chiara e le sorelle;
amo il cuore degli uomini,
amo tutte le cose belle.
O Signore,
mi devi perdonare,
perché te solo
io vorrei amare".










Sorridendo il Signore
gli rispose così:
"Amo il sole, amo le stelle,
amo Chiara e le sorelle;
amo il cuore degli uomini,
amo tutte le cose belle.
O Francesco,
non devi pianger più,
perché io amo
ciò che ami tu
".

































Ho visto che
... non esiste razza nè colore,
esiste solo l’uomo.
E mani bianchi che stringono mani nere
possono compiere piccoli grandi miracoli.

...sorrisi più grandi dove la povertà è più tremenda.

... che è possibile sentirsi a casa anche a 6000 km di distanza.


STO ASCOLTANDO


F.De Gregori a gò-gò


il Liga



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Branduardi



Jovanotti



Povia



Guccini



De Andrè



U2



Luca Carboni



Amedeo Minghi



Max Pezzali





IL CUORE DEL MONDO...

"Non ci sono nemici ci son solo infelici
Infelici da amare e basta anche un sorriso
"





«Io sono stato molto vicino anche a quelli che non credono in Dio. Mi sono fatto l’idea che essi combattono, spesso, non Dio, ma l’idea sbagliata che essi hanno di Dio». (Albino Luciani)

ultimamente anche...
"Father And Daughter",Paul Simon
"Good Man",Josh Ritter



ABBIGLIAMENTO del GIORNO









ORA VORREI TANTO...
















STO STUDIANDO...











OGGI IL MIO UMORE E'...







ORA VORREI TANTO...



ORA VORREI TANTO...



ORA VORREI TANTO...







PARANOIE


1) Parlare con delle persone x ore e.....accorgerti che non ti hanno ascoltato neanche x un istante!

MERAVIGLIE


1) Sentire che per qualcuno tu conti davvero
2) capire che una persona non è come sembrava...ma molto meglio!
3) sapere di aver vissuto la vita con uno scopo: rendere migliore quella degli altri.
4) Sapere che gli amici sono come le stelle.....non sempre li vedi....ma sai che ci sono!
5) ..quando pensi di essere solo contro tutti e ti accorgi k invece ci sn un sacco di persone disposte a darti una mano..
6) Sentirsi accettati per quello che si è nonostante le prime impressioni!
7) l'Irlanda



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Avvertenza: per motivi di "ordine pubblico" (o, meglio, semplicemente di ordine) questo è un blog moderato.
Il criterio è presto detto: tutto ciò che a mio insindacabile giudizio è ritenuto off topic o offensivo sarà cancellato. Oltre a tutti gli esibizionismi di carattere estetico (il carattere è predefinito, se qualcuno ha problemi di vista, può modificare le impostazioni di visualizzazione sul proprio schermo!)...
Grazie per la collaborazione!




Quando ti imbatti in una cosa bella, la racconti.
E quando ti imbatti in una cosa vera, la dici.
E se hai capito che la storia di Gesù è come un lampo che ha illuminato per sempre il cammino del mondo e dell’uomo dandogli un senso, allora lo racconti a tutti.
Non puoi farne a meno.
E se l’incontro con Gesù Cristo ha cambiato la tua esistenza dandole forza, direzione, gioia di vivere, allora inviti gli amici a condividerla.

Bruno Maggioni




Se un uomo non è disposto a lottare per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui. (Ezra Pound)

- Non bisogna mai mollare, dottore - Disse l’infermiere. - Ci vuole un gran fisico per correre dietro ai sogni (Stefano Benni, Elianto)

Quando uno sogna da solo è soltanto un sogno, quando si sogna insieme è la realtà che comincia
H.Camara


Ritenni di non sapere altro, in mezzo a voi, se non Gesù Cristo, e questi crocifisso
(1 Cor 2,2)




lunedì 19 maggio 2008 - ore 18:37


QUESTO BLOG NON SARÀ PIÙ AGGIORNATO
(categoria: " Vita Quotidiana ")




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mercoledì 14 maggio 2008 - ore 01:00


I’m gonna watch you shine...
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Born to SHINE!




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venerdì 9 maggio 2008 - ore 15:40


la viva voce dei protagonisti
(categoria: " Vita Quotidiana ")






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domenica 4 maggio 2008 - ore 11:05


3 maggio 2008: 5000 quattordicenni al Sacro Monte per dire il loro
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Al Sacro Monte di Varese con l’Arcivescovo per professare la loro fede
In 5000 rispondono all’appello, da tutta l’Arcidiocesi di Milano



All Stars, Nike Shox, Adidas, Puma scuotevano la stessa polvere, si inerpicavano per le stesse salite, faticavano per gli stessi pendii, battevano lo stesso terreno sconnesso.
Quattordicenni che si lasciavano sprofondare nel silenzio e lasciavano risuonare le loro voci nei canti.
Qualche mugugno, qualche stonatura, tanta giovinezza da scuotere i monti.
Musica e allegria, colori e silenzio...impariamo ad avere fiducia nei nostri ragazzi: ci sapranno stupire!




In cinquemila si sono ritrovati, insieme con l’Arcivescovo, al Sacro Monte di Varese a gridare il loro "xké sì!" alla scelta di fede.
Venuti da tutta l’arcidiocesi, da tutte e 7 le zone pastorali: Milano, Melegnano, Rho, Sesto, Monza, Lecco e Varese.
Viaggi più brevi o più lunghi ma tutti insieme, per lo stesso motivo.
Accompagnati da educatori e sacerdoti, perché... non si viaggia mai da soli: insieme, la fatica si dimezza, ma la gioia... raddoppia!




Ragazzi normali, con il gel sulla testa, insieme a qualche "grillo", ragazzi che si stupiscono e che stupiscono.
Ragazzi che ridono, ragazzi che pregano, che sorridono, che cantano, che gridano, che fanno la ola.
Ragazzi che si fanno domande, ragazzi che non si accontentano, ragazzi che scelgono di mettersi ancora in cammino.
SANTI O PECCATORI? Sarà la vita a dirlo...io vi dico soltanto:
BUON CAMMINO!








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venerdì 2 maggio 2008 - ore 08:52


Credevo...
(categoria: " Vita Quotidiana ")



fonte non specificata

Ho dato un pane a un povero.
Credevo d’essere stato caritatevole; invece era giustizia,perché io ho tanto pane e lui ha fame.

Ho guidato un cieco per un tratto di strada.
Mi sentivo buono; invece era giustizia,perché io ci vedo e lui no.

Ho regalato un abito usato ad una povera anziana.
Credevo d’essere stato altruista; invece era convenienza:gliel’ho dato per disfarmene, a me non serviva più.

Ho gridato a un giovane di andare a lavorare invece di chiedere l’elemosina.
Credevo di dargli una lezione; invece era ingiustizia:
aveva bisogno di lavoro e di rispetto.



Mi sento un buon cristiano, con la coscienza a posto.
Vado a Messa, recito qualche preghiera, non faccio del male a nessuno;invece sono egoista e ipocrita.


Perché al Signore, che mi dona ogni istante di vita,riservo solo le briciole della mia giornata,e ai miei fratelli riservo le briciole dell’amore che Egli mi dona...


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giovedì 1 maggio 2008 - ore 10:56


...E ti vengo a cercare...
(categoria: " Vita Quotidiana ")


24-27 aprile: 3 giorni ad Assisi con 20 ragazzi tra i 13 e i 15 anni



Giorni intensi. Giorni di condivisione delle piccole e delle grandi cose.
Giorni in cui abbiamo imparato a gustare il silenzio.
A lasciare fuori quello che era di troppo, per viaggiare più leggeri.
Giorni vissuti "secondo spirito di squadra".
Giorni in cui ci siamo lasciati pro - vocare dalla realtà.

Abbiamo faticato, sudato, pianto, giocato, pregato, riso, scherzato insieme.
Abbiamo condiviso gioie e dolori. Silenzi e parole, urla e sguardi.



E per questo sono stati giorni speciali. Perché sappiamo - e ce ne accorgiamo già ora - che nulla sarà più come prima.
Perché quello che abbiamo condiviso è stato troppo grande per passare inosservato.





Un grazie a Chi ci ha accompagnato durante questa esperienza.
Un grazie a chi ci ha pensati.
Un grazie a chi ha collaborato alla sua buona riuscita.
Un grazie a chi si è messo in discussione.
E un grazie speciale a un fratello che non ha deluso e ha saputo farci crescere e porci interrogativi, fidandosi di noi...
GRAZIE A TUTTI!






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mercoledì 16 aprile 2008 - ore 10:57


Auguri, santità!
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Passa il tempo...








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mercoledì 9 aprile 2008 - ore 18:50


Il senso della vita
(categoria: " Vita Quotidiana ")


DOLCEZZA SENZA SPINE

Ai tiepidi raggi del sole pomeridiano trionfavano per tutto il bosco i colori dell’autunno e Mirella, una giovanissima castagna ancora ben chiusa nel suo riccio, se li godeva compiaciuta, dondolandosi con sicurezza in cima al ramo più alto del Castagno Valerio.«Che vista fantastica!», pensava tra sé, contemplando le pendici del monte e l’intera vallata baciata dal sole autunnale; «Un panorama meraviglioso, davvero meraviglioso...», sussurrava estasiata.- Mai quanto te! - mormorò una voce suadente che proveniva dal basso; Mirella si chinò per vedere chi avesse parlato e scorse la Vespa Rachele, che con il suo inconfondibile ronzio le fu rapidamente accanto.- Guarda che spine, che magnifiche spine! Mai visto un riccio come il tuo! Spine aguzze come punte di lancia, affilate come spade, fitte come un esercito schierato a battaglia! Altro che il mio pungiglione! La tua sì che è una bella difesa, una vera corazza! Abbine sempre cura e tientela cara: sia questo il tuo tesoro e il tuo vanto! - e con la stessa fulminea rapidità con cui era comparsa, sfrecciò via ronzando.Mirella rimase un po’ perplessa: da quando era nata non aveva fatto altro che guardarsi attorno, ammirando una dopo l’altra le infinite meraviglie di cui di giorno in giorno si scopriva circondata. Non aveva mai badato al suo riccio, né si preoccupava di come fossero le sue spine. Ora però, lusingata dai complimenti di Rachele, cominciò a farci caso e nel giro di breve tempo si convinse di essere effettivamente una gran bella castagna, anzi, forse proprio la più bella tra tutte quelle che Valerio poteva contare sui suoi rami.«Non a caso abito sui ramo più alto e ricevo per prima il bacio del sole!» - ripeteva tra sé - «Perfino le foglie, per farmi spazio; si stanno ritirando una alla volta, volando via silenziose... certo per permettere a tutti di ammirare meglio me!», concludeva convinta.- Attenta, figlia mia! - la riprese un giorno babbo Valerio - Bada bene di non montare in superbia! Non sei nata per essere ammirata, ma per...- Ci mancavano solo le prediche del vecchio padre! - lo interruppe brontolando Mirella - Sei proprio incontentabile, papà! Anziché andare orgoglioso di una figlia così bella, ti metti a fare critiche e osservazioni!Babbo Valerio rimase in silenzio; «Capirà a sue spese quello che non vuole ascoltare da me», pensò addolorato, e con un profondo sospiro rivolse lo sguardo al cielo: fosche nubi si stavano addensando e già oscuravano le cime dei monti vicini. Raffiche di vento gelido si abbatterono ben presto sul bosco, che per tutta la notte fu flagellato da un violento temporale.Il mattino seguente, Mirella si svegliò contusa e indolenzita. «Dove sono?», si chiese stupefatta guardandosi attorno: si trovava infatti malamente adagiata tra vecchie foglie fradice di pioggia, in mezzo ad una vasta pozzanghera che lambiva le radici del Castagno Valerio.- Benvenuta tra noi, Mirella! - le disse amichevolmente il Fungo Tebaldo, un porcino grassoccio dall’aria assai cordiale, circondato da una nidiata di figlioletti di varia statura. - Dopo aver sperimentato l’ebbrezza dei rami più alti, era conoscerai anche gli amici della terra!Mirella si guardò intorno con aria schifiltosa: non era per niente contenta di trovarsi tutta inzaccherata in mezzo al fango e soprattutto temeva per la salute e la bellezza del suo riccio. Senza curarsi di rispondere al fungo Tebaldo si specchiò preoccupata nell’acqua melmosa della pozzanghera. «Ahimè!» - esclamò rabbrividendo - «Cosa mi è successo?». Una profonda ferita aveva spaccato la buccia verdastra del suo amato riccio, lasciando intravedere il guscio d’un bel marrone lucido.- Niente di grave, piccola! - cercò di rassicurarla il Lombrico Gustavo - È assolutamente normale che una castagna prima o poi esca dal riccio! Non vorrai per caso startene rinchiusa lì dentro per sempre?- Viscido e molle come sei, ti conviene startene alla larga senza ironizzare sulle mie sventure - ribatté con asprezza Mirella - Altrimenti assaggerai le mie spine e ti passerà la voglia di fare lo spiritoso!- Via, via. Gustavo non intendeva offenderti - soggiunse la Lumaca Giannina - ma solo tranquillizzarti. E poi, permettimi di dirti con tutta franchezza che saresti molto più bella senza quell’enorme casco spinoso.- Vuoi dire che quaggiù non vanno di moda le spine? - chiese con interesse Mirella.- Assolutamente no! Apprezziamo molto di più tutto ciò che è morbido e tenero - intervenne gentilmente Luciana, la moglie del Fungo Tebaldo - e se vuoi un consiglio schiettamente femminile il colore del tuo guscio è così lucido e bello che ci guadagneresti soltanto a metterlo in mostra anziché tenerlo nascosto!Mirella si lasciò persuadere e pian piano uscì spontaneamente dal riccio, abbandonandolo per sempre. Nel giro di pochi giorni fece amicizia con tutti gli abitanti del Sottobosco ed era certa che la simpatia che le dimostravano fosse dovuta in massima parte alla splendente lucentezza del suo guscio, di cui era assai fiera. Un mattino, però, quando il sole era da poco spuntato e i suoi raggi cominciavano a filtrare tra i rami degli alberi, il silenzio del bosco fu rotto da un insolito calpestio e dal vociare confuso di un gruppo di ragazzi. Erano degli scout e portavano in spalla pesanti zaini, tra le mani invece sporte e cestini. Avanzavano allegramente, cantando e fischiettando e in breve furono nei pressi del Castagno Valerio.- Alt! Fermi tutti! - gridò il capo scout, poi si curvò ed esclamò compiaciuto: - Che meraviglia, ragazzi! Venite a vedere!Mirella pensò subito che si trattasse di lei, dell’eccezionale splendore del suo guscio castano, e cominciò a gongolare, immaginandosi già di essere portata a valle ed esposta nella vetrina di qualche prestigiosa boutique di città. «Speriamo che si tratti di una gioielleria...», fantasticava tra sé, ma i suoi sogni di gloria furono drasticamente interrotti quando si accorse che tutti gli scout non si stavano minimamente curando né di lei né del suo guscio, ma unicamente del Fungo Tebaldo.- È un porcino! - dichiarò con sicurezza il capo e dopo averlo colto delicatamente lo mostrò a tutti i ragazzi, che si affollarono intorno a lui per guardarlo da vicino.- Avanti, ora! Continuiamo la raccolta! - E subito gli scout si sparpagliarono tra gli alberi facendo a gara a chi raccoglieva più castagne: fu così che anche Mirella finì senza tanti complimenti dentro un canestro di vimini insieme a numerose compagne.Quella sera, mentre il falò rischiarava coi suoi bagliori la radura dove si erano accampati gli scout, Mirella domandò preoccupata: - Che ne sarà di noi, amiche mie?- Saremo finalmente liberate! - rispose con gioia Donatella, l’anziana del gruppo.- Liberate? E da che? Vuoi forse dire che ci lasceranno andare?- Ma no! Ciascuna di noi sarà finalmente liberata da questo odioso guscio che ci tiene prigioniere impedendoci di essere veramente noi stesse!- Ma io non mi sento affatto prigioniera! - esclamò inorridita Mirella - E poi non ho nessuna intenzione di perdere il mio guscio: è così bello! Non sono affatto disposta a lasciarlo!Mentre ancora stava parlando, una ruvida mano raccolse dal canestro una manciata di castagne, tra cui anche lei, e dopo aver aperto un coltellino a serramanico cominciò ad inciderle ad una ad una.- Ahi! - strillò disperata la povera Mirella, mentre una profonda ferita solcava irrimediabilmente il suo amato guscio. «Sono perduta...» pensava tristemente - «E il peggio è che le mie compagne non mi capiscono! Ci fosse almeno papà Valerio o il Fungo Tebaldo a consolarmi... e invece mi sento così sola».In quel momento, però, a piangere di malinconia sulla propria solitudine non era solo Mirella: anche Martino, un lupetto di otto anni alle prese con la sua prima uscita di branco, non aveva nessuna voglia di cantare con i compagni seduti attorno al falò e pensava con tanta nostalgia alla sua mamma. Guardava fisso a terra e non alzò gli occhi nemmeno quando si levò un coro di applausi e di gioiose esclamazioni: una padella forata era stata posta sul fuoco con la prima razione di castagne, e tra queste c’era anche Mirella. Alla vista del fuoco e delle scintille, la poveretta rabbrividì di terrore, dicendo per sempre addio al suo caro guscio che nel giro di breve tempo rimase secco e mezzo carbonizzato.- Coraggio, Martino! - disse amorevolmente Silvana, una dei capi, vedendo la tristezza del suo lupetto e prendendolo in braccio.- Voglio la mia mamma... singhiozzò lui imbronciato.- La mamma è contentissima che tu sia qui, Martino! E domani sera, quando la rivedrai, avrai molte cose belle da raccontarle. Per esempio, adesso c’è una sorpresa che ti aspetta.- Che cos’è? chiese incuriosito Martino.- Si chiamano caldarroste e sono proprio le castagne che abbiamo raccolto insieme stamattina. Prova ad assaggiarne una!Il bimbo stese la mano e la prima che gli capitò fu proprio Mirella, che aveva sentito tutto ed era piena di compassione per il povero lupetto. «Come vorrei consolarlo! So benissimo anch’io cosa vuol dire sentirsi soli e tristi!». Così pensando non si accorse nemmeno che Silvana le aveva completamente spaccato e tolto il guscio: non rimaneva altro che la polpa, calda, dorata e fragrante.- Assaggia, Martino! Sentirai com’è dolce e tenera! Ti piacerà molto più delle palatine e dei pop-corn che ti dà la mamma quando guardi i cartoni animati alla televisione!Martino non si fece pregare: era la prima castagna che assaporava e gli parve così dolce e gustosa che dimenticò in un baleno tutte le sue malinconie.- Che buona! - esclamò sorridendo, asciugandosi una lacrima con il dorso della mano. Poi, con gli occhi che scintillavano di gioia al riverbero del falò, si mise a cantare all’unisono con gli altri ragazzi.E Mirella? Si era ormai completamente dissolta, ma aveva l’impressione che le si fosse sciolto anche quel carico di tristezza che la opprimeva. «Avevi ragione, papà Valerio!» - pensò. - «Non sono nata per essere ammirata, ma... per lasciarmi mangiare!».E per la prima volta nella sua vita si sentì felice. Veramente felice.

Imparate da me che sono mite e umile di cuore (Mt 11, 29)


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sabato 5 aprile 2008 - ore 08:48


AMA FINCHÉ TI FA MALE
(categoria: " Vita Quotidiana ")


AMA

Madre Teresa

Ama finche’ non ti fa male,
e se ti fa male,
proprio per questo sara’ meglio.

Perche’ lamentarsi?
Se accetti la sofferenza
e la offri a Dio, ti dara’ gioia.
La sofferenza
e’ un grande dono di Dio:
chi l’accoglie,
chi ama con tutto il cuore,
chi offre se stesso
ne conosce il valore.




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venerdì 4 aprile 2008 - ore 13:15


Solidarietà
(categoria: " Vita Quotidiana ")


(Kahlil Gibran, Le parole non dette)

Chi partecipa al tuo piacere
ma non al tuo dolore
perde la chiave
di una delle sette porte
del paradiso.

Puoi dimenticare
la persona con cui hai riso,
mai quella
con cui hai pianto.



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